SI’ A UN ACCORDO DIGNITOSO, NO A UN ACCORDO “QUALE CHE SIA”!

DIFENDERE IL FONDO E LE INDENNITA’

I lavoratori dell’Università di Pavia si sono sentiti ripetere per mesi che c’era un debito consistente da restituire all’Università. Il debito deriverebbe, come tutti sanno, dal ricalcolo che i Revisori dei conti hanno fatto sul fondo del salario accessorio dal 2010 ad oggi. Le cifre sono sembrate da subito esorbitanti: 600 euro per ciascun lavoratore di categorie B-C-D e 14.500 euro per i lavoratori di categoria EP. Quello che nessuno ha però mai fatto rilevare è che la ri-certificazione al ribasso dei fondi per l’incentivo di tutte le categorie non produceva solo un debito, ma soprattutto un consistente e definitivo ribasso del fondo dal 2010 in avanti. Per sempre! A Pavia in definitiva, stante la situazione che accomuna tutti gli Atenei e più in generale il pubblico impiego (blocco del salario accessorio e delle possibilità di carriera), si rischia una situazione ancora peggiore: un fondo molto piu’ basso di quello che dovrebbe essere per Legge e in base ai Contratti nazionali.

L’ATTUALE FASE DELLA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA: LA VERIFICA DEL FONDO

Ora ci troviamo in una fase nuova della contrattazione integrativa. L’Amministrazione ha dichiarato di volere vederci chiaro sui Fondi, nominando un esperto da Bologna. Nel frattempo la CUB-SUR ha approfondito le modalità di calcolo del fondo dal 2004 ad oggi. Il fondo 2004 non è stato contestato: questo deve essere il punto di partenza in comune con i Revisori. Il lavoro di partenza della CUB è stato quello di capire come il fondo si sia evoluto nel corso degli anni, vale a dire se il livello certificato dai Revisori per il 2010 sia stato corretto o meno. In seguito a un accesso agli atti e a una verifica congiunta avvenuta a gennaio con gli Uffici che si occupano di calcolare il fondo, l’Ufficio Studi della CUB-SUR ha presentato una relazione al Rettore, al Delegato del Rettore e al Direttore Generale. Fondo B-C-D: Dal 2004 al 2010 sono state fatte PEO per circa 1 milione di euro (importo che va sottratto al fondo). Inoltre ci sono stati incrementi oltre il 1,5 milione di euro, a cui vanno aggiunti gli incrementi contrattuali indicati anche dai Revisori (160.000 €). Questo dimostra che le PEO a Pavia sono state fatte con la copertura economica,. Secondo i nostri calcoli sia il fondo per i B-C-D sia quello per gli EP dal 2010 a tutto il 2014 è superiore a quanto è stato erogato. Le cifre del nostro ricalcolo rispetto a quelle dei Revisori sono molto distanti: per il 2010 risultano 1,2 milioni di euro (calcoli CUB) invece di 811.000 euro (calcoli Revisori) – la differenza è di circa 400.000 € (poco meno di 500 € in media a testa all’anno). Questa differenza di 400,000 euro si replica per tutti gli anni dal 2010 ad oggi! Fondo EP: i Revisori hanno inspiegabilmente cancellato tutte le risorse fisse destinate per gli anni compresi tra il 2006 e il 2009 in virtù dell’incremento della dotazione organica e dell’implementazione dei servizi. Queste risorse, certificate nei precedenti fondi, non sono state più riportate dal 2010 in avanti. Noi calcoliamo queste risorse in circa 200.000 € in più all’anno. In sostanza a partire dal 2010 la cifra del fondo secondo i nostri calcoli diventerebbe di circa 530.000 € anziché di 325.000 €, come affermato dai Revisori: circa 3.800 € in media a testa all’anno! Questi soldi devono essere calcolati per tutti gli anni dal 2010 ad oggi!

Questi calcoli, se verificati, dimostrerebbero che un debito come certificato dai Revisori non c’è. Soprattutto non ci sarebbe più quel “debito nascosto” dei lavoratori. Debito generato dal fatto che il fondo 2010 per gli EP e per i B-C-D, secondo noi, sarebbe stato decurtato in modo surrettizio. Il Fondo è importante perché con questo si pagano l’IMA, l’indennità di reperibilità, l’indennità di responsabilità, ecc. Per questi motivi noi diciamo che va difeso il Fondo del salario accessorio e non è accettabile alcuno scambio con risorse incerte derivanti dal conto terzi. Senza verifiche sarebbe uno scambio “al buio”. Vogliamo anche vedere chiaro per ciò che concerne i meccanismi di distribuzione del Conto terzi, che sono oggetto di contrattazione, i cui criteri risultano per ora abbastanza opachi agli occhi dei lavoratori. Vogliamo vedere chiaro perché pensiamo che non ci debba essere chi prende migliaia di euro e chi “pochi spiccioli”.

CUB: FARE LUCE SUL DEBITO. NON FIRMARE ACCORDI “AL BUIO”

La posizione delle diverse sigle sindacali, almeno fino a fine settembre, è stata quella di cercare di capire i conti e la reale consistenza di questo debito. Da ottobre in poi sono subentrate due differenti prese di posizione da parte delle OO.SS. Una riconducibile alla CGIL-CISL (opzione “solidale”) e una alla UIL (opzione “non solidale”). Da un certo punto in avanti al Tavolo di contrattazione si è quindi discusso soprattutto di “rientro dal debito”. Oltre a prevedere la rinuncia di molti soldi da parte di tutti, si sarebbe dovuta decurtare anche la gran parte delle indennità EP al minimo previsto dal contratto nazionale, circa 3.000 euro. In cambio ci sarebbe stata una “compensazione” su fondi incerti e variabili (Conto terzi). Di verifica dei conti non si è sostanzialmente più parlato, fatta eccezione per le posizioni portate avanti dalla CUB. Soprattutto si è dato per scontato che dovesse essere l’Amministrazione “ove lo ritenesse opportuno” a rifare i conti. Noi non pensiamo, come qualcuno ha formalizzato, che “non rientra nel compito del Tavolo di contrattazione verificare i conteggi relativi al fondo…” E’ preciso compito delle Organizzazioni sindacali difendere il salario dei lavoratori da interpretazioni arbitrarie, da qualunque parte provengano. Oggi dai Revisori dei Conti, domani da chissà chi. Teniamo a precisare che la CUB-SUR nell’insistere sulla verifica dei conti, non ha fatto altro che esercitare ciò che è un preciso dovere di una Organizzazione sindacale. Niente di più e niente di meno. Se così non fosse il Sindacato rinuncerebbe al compito di difendere i lavoratori, limitandosi al ruolo di “decisore” delle sole modalità di distribuzione delle risorse stabilite. Non si possono accettare accordi “al buio” senza prima avere fatto chiarezza sulla reale consistenza del debito. Non si possono accettare accordi “al buio” che fanno perdere soldi ai lavoratori da qui e per sempre. Noi chiediamo inoltre, come abbiamo già scritto, il pagamento delle indennità. I fondi 2015 e 2016 sbloccati dalla Finanziaria sono decisamente capienti e vanno usati per gli anticipi delle indennità fisse e continuative. Dividere i lavoratori e attaccare chi cerca di difendere i loro soldi sulla base di argomenti pretestuosi, può portare a qualche vantaggio immediato per qualcuno, ma porta di certo a una sconfitta per tutti. Serve invece che i lavoratori siano uniti in questa fase delicata.

Pavia, 3 febbraio 2016

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