APPELLO PER ELEZIONI RSU MARZO-APRILE 2018

La firma dell’ipotesi di contratto nazionale delle funzioni centrali (23 dicembre 2017) rappresenta un’ulteriore battuta d’arresto per tutto il pubblico impiego, sanità compresa.

Contrariamente a quanto scrivono i sindacati della complicità, si impongono aumenti non i linea con il costo della vita, senza un centesimo di arretrato per il periodo che va dal 2010 al 2015, e risorse per il 2016 e 2017, con soldi della produttività di tutte/i distribuiti in modo sempre più diseguale, in linea con le fasce previste sin dal 2009, (decreto Brunetta).

La contrattazione viene limitata, con criteri in gran parte decisi dalla dirigenza escludendo aspetti fondamentali quali orari, organizzazione del lavoro, mobilità, etc..

Si fa sempre più strada l’orario multi periodale per risparmiare su forza lavoro e straordinari; si riducono gli spazi di agibilità sindacale (cessa definitivamente di esistere la già discutibile concertazione), si scaricano sul singolo lavoratore gli oneri della solidarietà (vedi le ferie solidali).

A questo punto la trasformazione delle organizzazioni sindacali è completa. Non più rappresentanti degli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, ma complici di un sistema che usa i contratti per comprimere potere di acquisto – potere negoziale – riducendo diritti, tutele e salario.

Gli aumenti contrattuali sono in linea con i dettami della finanza pubblica accompagnati dalla riduzione dei diritti – sia a livello individuali che collettivi, come nel caso delle RSU al fine di togliere la parola a chi combatte questo sistema, come già accaduto con l’accordo sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014.

Con la firma dell’intesa sui 4 comparti e l’accettazione implicita dei decreti Madia, la firma definitiva del primo contratto nazionale del Pubblico Impiego diventa un pro-forma a cui non potrà sottrarsi chi intenderà continuare a godere di un minimo di agibilità sindacali: cessa di essere un contratto per trasformarsi in un’altra cosa.
Questo sarà il modello da seguire per tutti i comparti.
I lavoratori e le lavoratrici sappiano però che ormai non basta più denunciare
-Servono altre parole d’ordine come la quattordicesima in busta paga, l’estensione dei diritti individuali, il diritto di assemblea e di contrattazione per ogni singolo delegato RSU. -Serve che non siano barattati i nostri aumenti con i “bonus” (leggasi elemosina) o in cambio della previdenza complementare, della sanità e del welfare integrativi.
-Serve che i Pubblici Impiegati non vengano discriminati rispetto al privato ricevendo TFR (o TFS) con due anni di ritardo.
-Serve che non vengano penalizzati gli assunti post 2001 con una vessazione occulta del 2,5% sul TFR
-Serve a tutti un reale incremento stipendiale fisso e ricorrente, o detrazione fiscale stabile. -Serve rifiutare l’indottrinamento e la pratica della valutazione e della performance utilizzata come grimaldello per dividere i lavoratori e le lavoratrici.
CUB aderisce allo sciopero unitario indetto il 23 febbraio 2018
Passa dalla tua parte aderisci alla CUB anche con la candidatura nelle nostre liste per le elezioni
RSU di Marzo- Aprile 2018
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