CUB- Proclamato lo sciopero generale per venerdì 14 novembre

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Milano 31.10.2014 – La Confederazione Unitaria di Base (CUB) ha proclamato lo Sciopero Generale Nazionale per il 14 novembre contro il jobs act e contro le politiche del governo Renzi.

 

Uno sciopero organizzato da tutto il sindacalismo di base prima della mobilitazione della FIOM, giunta al termine di una giornata di tensione e cariche della polizia contro gli operai di Terni. Un clima sempre più caldo anche a fronte del fatto che il governo Renzi non pare affrontare a fondo temi come la corruzione e l’evasione fiscale che sottraggono molte risorse alle casse pubbliche e che potrebbero essere utilizzate per fornire i servizi che, invece, si continuano a tagliare, e per sostenere l’economia sana del Paese al fine di una reale ripresa dell’occupazione su settori strategici per il presente e ancor più per il futuro.

Il sindacalismo di base, che non ha mai accettato le politiche “concertative” di CGIL CISL e UIL, poiché non previste dalla Costituzione che non tutela la pace, bensì il conflitto sociale (il diritto di sciopero) come strumento di trasformazione della società, e perché nei fatti hanno generato un complessivo arretramento delle condizioni salariali e lavorative dalla loro applicazione (1993), ha conseguito in questi anni molti consensi fra i lavoratori in molti settori, ma continua ad essere discriminato nelle pratiche sindacali a causa di accordi tra patronato e CGIL CISL e UIL, ultimo quello sulla “rappresentanza sindacale”, che obbliga alla firma dei CCNL pena l’esclusione dal diritto di rappresentare i propri iscritti. L’annuncio di Landini (FIOM-CGIL) di una mobilitazione nazionale con due manifestazioni (a Milano il 14 novembre e a Napoli il 21), accresce il fronte del conflitto e della rivendicazione dei lavoratori e dei sindacati. Se il governo Renzi intende trasformare il mondo del lavoro e i diritti sul lavoro con un tweet, fuori dal palazzo cresce forte l’opposizione. Il lavoratore non è merce di scambio, bensì un cittadino titolare di diritti e doveri. Concetto “vecchio”, antico, superato, per i leopoldini come Andrea Serra che si lamenta per aver perso un aereo in occasione di uno sciopero. Viene quasi da pensare ai futuristi che ad inizio ‘900 proclamavano il loro amore per la guerra e le pallottole che avrebbero ripulito il mondo dal vecchiume che lo aveva sommerso. Ma come cantava Vasco, c’è di dice no!

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